HomeArchitetturaResilience Lab Grid, Frigerio Design Group ripensa la centrale Enel a Fusina

Resilience Lab Grid, Frigerio Design Group ripensa la centrale Enel a Fusina

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Entro il 2025 Enel mira a riconvertire tutti gli impianti a carbone presenti sul territorio italiano in strutture ecosostenibili: nasce da qui il concorso “I nuovi spazi dell’energia” nell’ambito del quale è stato proclamato il vincitore per la riqualificazione della centrale Andrea Palladio di Fusina (VE): il progetto di Frigerio Design Group, Resilience Lab Grid, selezionato sulla base di criteri di sostenibilità ambientale e sociale, innovazione tecnologica, design, impatto visivo.

Con il progetto Resilience Lab Grid, lo studio di architettura propone un cambio di paradigma nell’immaginario collettivo, trasformando la centrale in un esempio positivo per la rigenerazione e la tutela dell’ecosistema.

Ispirandosi al “frattale”, elemento geometrico naturale, Frigerio Design Group crea infatti un luogo di condivisione, aperto al pubblico e alla comunità, dove vengono promosse attività all’insegna della sostenibilità e interventi virtuosi; al contempo, l’architettura si integra nel territorio e il complesso è progettato per apparire visivamente dinamico e leggero, in relazione con il paesaggio circostante.

In base ad un sistema modulare e implementabile, i nuovi edifici hanno dimensioni differenti a seconda delle funzioni, ma presentano sempre le stesse caratteristiche: si tratta infatti di edifici smart e bioclimatici, che massimizzano gli aspetti energetici passivi per ridurre al minimo gli apporti energetici attivi, con l’utilizzo di energia da fonti rinnovabili (nZEB – nearly Zero Energy Building).

Nucleo centrale generatore e cabina di regia dell’intero sistema è l’Enel Pavilion, luogo di accoglienza, informazione e promozione dei valori aziendali, e l’intero complesso industriale si relaziona con il paesaggio circostante, un ambiente al confine tra laguna e campagna, tra acqua e terra.

“Frammenti” di campi e coltivazioni vengono reinterpretati astrattamente in elementi geometrici che rivestono edifici ed impianti; pannelli che, sotto i raggi del sole, riflettono l’ambiente circostante, in un gioco di vibrazione di luce e riflessi che crea dei volumi eterei e leggeri.

Ulteriore elemento di congiunzione con il contesto lagunare è la vegetazione, inserita all’interno del progetto come nodo per colmare un dialogo mancante tra il complesso industriale e l’ambiente naturale; la vegetazione è funzionale anche all’abbassamento dell’isola di calore, alla mitigazione del rumore e all’ottimizzazione del microclima locale.

Tutti gli interventi sono poi pensati con componenti prefabbricati, realizzati con “cool materials”, riciclati e riciclabili, ad elevata riflettanza solare, per contribuire ulteriormente ad un abbassamento del surriscaldamento ambientale.

Il progetto Resilience Lab Grid ci invita quindi a cambiare il modo in cui siamo abituati a pensare ai luoghi dell’energia. E la rivoluzione è appena cominciata.