Conosciuta nel mondo come il polmone verde della laguna, l’isola di Sant’Elena è uno dei luoghi più suggestivi di Venezia, grazie ai suoi giardini che ospitano anche quest’anno, fino al 24 novembre, la Biennale d’Arte.
Proprio in questa location unica, Hotel Indigo della catena internazionale IHG (Intercontinental Hotels Group) ha guidato il cambiamento estetico e stilistico dell’Hotel Sant’Elena di Venezia, attualmente in gestione completa al Gruppo HNH Hospitality.
Sant’Elena è infatti il nome di un convento degli anni ’30 poi riconvertito a struttura alberghiera oggi finalmente rinnovata grazie all’impegno dello studio londinese THDP – The Hickson Design Partnership, che ha curato il progetto d’interni.
L’interior dell’hotel prende dunque spunto dalla storia del luogo e in particolare dal forte legame tra la città di Venezia, considerata la porta dell’Ovest verso l’Oriente, e la cultura bizantina; a partire da questi elementi, attraverso una ricerca minuziosa, l’architetto Manuela Mannino di THDP ha voluto raccontare la sua visione stilistica, attraverso arredi e prodotti di artigianato locale, dando vita ad una struttura che si distingue per le forme volutamente retrò, per la ricercatezza dei materiali e delle forniture in grado di rappresentare al meglio la tradizione veneziana.
“Durante i primi sopralluoghi – afferma Mannino – abbiamo immediatamente sentito l’esigenza di ricreare la forma planimetrica del convento originale. Abbiamo così deciso di abbattere i muri che dividevano la hall dal ristorante ed è stata creata una grande apertura dietro l’abside, verso il giardino. In questo modo siamo riusciti a fondere l’ambiente interno con quello esterno, migliorando la percezione dello spazio che l’ospite coglie anche attraverso le lanterne e i vasi appesi alle mensole che fanno da cornice al perimetro dell’intero ambiente.”
L’ingresso dell’hotel è infatti accogliente e dinamico, animato da lanterne a sospensione in stile art déco di Contardi, che abbelliscono e valorizzano l’ambiente, ricreando l’atmosfera di una passeggiata notturna tra le calli di Venezia.
Dalla hall si accede al Ristorante Savor dove, sopra estrosi e confortevoli divani, troviamo le stampe di Alberto Valese, artigiano veneziano famoso per essere stato il primo ad importare in città la tecnica Ebru da Istanbul, ossia l’effetto marmorizzato che prende vita sulla carta attraverso una lavorazione particolare del colore.
La scelta per l’illuminazione del ristorante e degli spazi comuni è ricaduta sui lampadari di Siru: eleganti e in vetro soffiato, prendono forma all’interno di strutture metalliche minimali.
Design originale e capacità di adattare forme e materiali sono invece gli elementi che contraddistinguono le sedie e gli sgabelli di Tekhne, che vanno a completare l’arredo della sala, della lobby e delle camere.
Ancora, elementi di spicco e di originalità sono dettati dai piatti e dai cuscini di Les Ottomans: presenti nella hall e nella sala, richiamano le decorazioni e la palette dei colori bizantini.
Infine, il vetro, elemento tipico della tradizione veneziana, è ripreso anche nelle spille artigianali di Pagan Murrine Murano, indossate dallo staff e che raffigurano le famose rosette a dodici punte di Murano.
Per un concept totale, che celebra Venezia e la sua bellezza.