HomeArteArchitettura allo specchio: le geometrie cromatiche di Lia Stein

Architettura allo specchio: le geometrie cromatiche di Lia Stein

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Di recente abbiamo incontrato la fotografa Lia Stein nel suo Atelier milanese, un luogo che ben rappresenta lo spirito di dialogo ed empatia che contraddistingue l’autrice.

Lia Stein ci ha accompagnati nell’esplorazione della sua Galleria, dove convivono in perfetta armonia sfondi naturali, porzioni di fotografie, motivi geometrici e giochi di sfumature.

Arredato con pochi ed essenziali elementi che ben rappresentato lo stile dell’autrice, l’Atelier è un luogo in cui si può entrare per curiosità, soffermarsi per il desiderio di scoprire e conoscere le opere proposte, discutere e scambiare le idee davanti a un caffè.

Ed è proprio così che ci siamo seduti al tavolo con Lia e abbiamo iniziato l’intervista.

© Andrea Boni

Ci può raccontare qualcosa sulle immagini e sui temi che sono oggetto delle sue opere?

La mia attuale ricerca fotografica si sviluppa principalmente sull’architettura e sulla natura. La cosa che accomuna questi due temi è sicuramente lo studio delle forme, delle geometrie e della materia. L’architettura mi è sempre interessata, per le riflessioni che genera in relazione all’essere umano, al suo abitare gli spazi e per gli stimoli che riceviamo dalla presenza di edifici nel panorama urbano, che delimitano ma nello stesso tempo ampliano il nostro punto di osservazione. A Milano, la città in cui vivo e lavoro, negli ultimi decenni c’è stato un forte sviluppo, con la costruzione di importanti complessi architettonici che hanno letteralmente cambiato lo skyline della città e la nostra prospettiva di cittadini. Se penso per esempio all’area di Piazza Gae Aulenti, ricordo come fosse oggi le prime esplorazioni e l’osservazione delle forme geometriche e dei materiali utilizzati, per noi innovativi. Da fotografa, li ho percepiti come soggetti e opportunità per scatti che ne evidenziassero i dettagli, lavorando anche sui supporti di stampa che potessero valorizzarli al meglio.

Con la natura il processo è simile e la sfida è altrettanto stimolante, perché catturare dettagli di un insieme che siamo portati a dare per scontato apre a un punto d’osservazione più intimo. Per me il dettaglio è più stimolante dell’insieme.

© Andrea Boni

Creatività e fantasia sono alla base di uno scatto efficace: come sceglie i suoi soggetti e qual è il messaggio che vuole trasmettere attraverso le immagini?

Prima dello scatto del soggetto c’è sempre un’emozione. Quello che la rende efficace per me è il riuscire a renderla in immagine e il desiderio è che chi guarda una mia fotografia ci trovi un’emozione che sia sua. Può essere la stessa o completamente diversa. In entrambi i casi si genera un dialogo che diventa scambio e riflessione. Il messaggio non è mai univoco.

© Andrea Boni

La geometria e i contrasti costituiscono una parte importante della sua ricerca: qual è il rapporto che lega l’architettura contemporanea alla fotografia come espressione artistica?

Immaginare scenari e panorami diversi a seconda di chi osserva è uscire idealmente dallo spazio come l’ha pensato il progettista, relativamente al suo scopo, con la propria percezione. Con la mia fotografia cerco proprio di esprimere e amplificare il ribaltamento del concetto di vuoto o pieno, dentro o fuori, forma o sostanza, utilità o semplice piacevolezza. Sono tutti concetti che possono provocare domande, riflessioni e, perché no, anche coesistere.

© liastein.it

In ultima analisi, esiste lo “scatto” perfetto? E quali sono i segreti per catturarlo?

Lo scatto perfetto è soggettivo, per me è quello che coinvolge la pancia, il cuore e mi fa vibrare.

Nella foto realizzata in piazza Gae Aulenti, mi sono trovata improvvisamente come in un set cinematografico, ho sentito alle mie spalle il ticchettio dei passi di una donna, ho atteso che mi sorpassasse, ho scattato la foto e con grande soddisfazione mi sono trovata a realizzare lo scatto che mi genera queste sensazioni.

lia stein
© liastein.it

Biografia

lia stein

Da fotografa autenticamente professionista, Lia Stein si muove da sempre su un doppio binario: quello del lavoro su commissione e quello della ricerca personale. I due campi, apparentemente lontani, sono per lei due aspetti dello stesso modus operandi che parte dalla curiosità, include la disciplina e approda a risultati sempre rigorosi. L’aspetto più evidente è la sua versatilità che l’ha portata a lavorare per importanti testate nazionali – da AD a Specchio, Amica, Anna, Arte e Antiquariato, Donna Moderna – e con editori quali Rizzoli, Mondadori, Electa, passando dal reportage alla moda, dai ritratti ambientati alle fotografie di architettura a quelle di animali realizzate per libri, calendari, enciclopedie e per campagne pubblicitarie, design di decorazioni fotografiche d’interni. La stessa poliedricità si trova nel campo della ricerca da sempre perseguito con un interesse ad ampio spettro che va dallo studio delle antiche tecniche di stampa a quello del rapporto fra immagine descrittiva e interpretativa in campo digitale applicato al paesaggio urbano e naturale. Sono aspetti che si ritrovano nelle numerose mostre personali e collettive che vedono Lia Stein costantemente presente nel mondo delle gallerie e delle manifestazioni espositive in Italia e all’estero. Vive a Milano e lavora nel suo Atelier.

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