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Dal piatto allo spazio architettonico: l’arte di Vincenzo del Monaco

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Ci sono gli architetti che lavorano sulle città e, poi, ci sono quelli che lavorano sulla tavola. E’ il caso di Vincenzo del Monaco che dal 2012 è il punto di riferimento per tutti gli chef che vogliono impreziosire la propria tavola con un piatto o più supporti che dialoghino con il cibo e la filosofia enogastronomica del ristorante.

Un piatto è come uno spazio urbano: così Vincenzo del Monaco definisce il suo lavoro cominciato dall’incontro con Andrea Berton nel 2012. Anni dopo, la sua arte è diventata protagonista di numerosi altri ristoranti come Due Camini di Borgo Egnazia, Casa Sgarra a Trani e Angelo Sabatelli Ristorante a Putignano. Il tema narrativo che si cela dietro al piatto e non solo viene pensato e studiato cercando di mettere sempre in relazione l’oggetto con il paesaggio che lo circonda.

© Diego Marinella

Alcuni dei lavori di Vincenzo del Monaco

Tra i suoi ultimi lavori vi è Estro, il ristorante che lo chef stellato Antimo Maria Merone ha da poco aperto a Hong Kong. Per questo progetto ha realizzato un set di oltre 600 pezzi tra piatti, ciotole, piattini porta olio e contenitore per caviale, posa posate e coppe di portata di dimensioni e funzioni differenti, interamente fatti a mano in porcellana finissima bianca. Il vero pezzo forte però sono le ciotole trilobate che, realizzate in due dimensioni, portano sulle tavole orientali un concetto estetico tipico del mediterraneo.

Vincenzo del Monaco tuttavia non smette mai di creare ed è da qui che nascono altre nuove creazioni come quella per lo chef Marco Marinelli per il ristorante Ognissanti di Trani. Qui ha deciso di abbandonare la porcellana utilizzando un semirefrattario con il suo colore naturale e trattato semplicemente con un rivestimento trasparente lucido materico rigorosamente a piombico.

E ancora, per concludere, Crypta, la sua ultima sfida alla ricerca dell’opposto. In un mondo dove tutto è in mostra, il designer ha creato un piatto per occultare il cibo alla vista.