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NABA Design Award, il progetto “Futuro Semplice” e gli altri vincitori

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Mai come in questi tempi incerti è importante supportare le generazioni più giovani, dando loro l’opportunità di esprimere la propria creatività e proporre visioni nuove, in grado di farsi notare su uno scenario più ampio di quello scolastico e locale.

Per questo anche quest’anno NABA, Nuova Accademia di Belle Arti, ha tenuto a premiare i progetti vincitori della seconda edizione del NABA Design Award ideato da Claudio Larcher, NABA Design Area Leader.

Ad aggiudicarsi il premio come Miglior Progetto dell’anno sono state le studentesse Valentina Cerra e Chiara Corbani che con il loro Futuro semplice” hanno conquistato all’unanimità la giuria di esperti, composta da professionisti e giornalisti del mondo del design.

“Futuro Semplice” è una ricerca project based per immaginare “The Job Factory”, una “fabbrica” nel cuore di Milano, in cui le migliori energie urbane – le giovani generazioni, i pionieri dell’innovazione, maestri del fare, scuole e imprese – possano progettare, sperimentare e insieme realizzare una nuova community diffusa di pensiero attraverso un percorso esperienziale.

Il premio assegnato per il “Miglior Progetto dell’anno” è stata una workstation ConceptD, la nuovissima gamma di prodotti dedicati ai creator, recentemente lanciata da Acer, azienda leader mondiale nel settore ICT, con cui l’Accademia ha già avviato alcune collaborazioni.

Tra le altre categorie premiate al NABA Design Award numerosi sono stati i progetti che si sono distinti per qualità esecutiva e competenze dimostrate nell’interpretazione del tema scelto:

  • progetto Interior Triennio: “Wornhole” di Jiaying Shen e Zihao Wan presenta il concept di un ristorante ispirato a mondi futuri che grazie alla struttura organica e al progetto di illuminazione invita all’immersione in un mondo altro; ad ex aequo “Faded” di Zuzanna Sosnowska e Nesil Tural, un ostello nel cuore di Milano, in via della Commenda, che presenta un interno contemporaneo in dialogo con rimandi storici all’architettura originaria;
  • progetto Product Triennio: “Eolus: l’uomo eolico” di Sara Manes, nato dal concetto di critical design e dalla consapevolezza della dipendenza della società nei confronti dello smartphone, propone una mascherina studiata per ricaricare con il proprio fiato il telefono; ad ex aequo il progetto di service design “Eyeshare” di Ilaria Pirro e Alessio Ramundo, una piattaforma digitale che aiuta i non vedenti a muoversi in città;
  • progetto Interior Biennio: “Olympus – divine perfume” di Alessia Nobile è un membership club nato con l’obiettivo di amplificare la percezione del profumo attraverso un viaggio sensoriale mediante diverse attività divise in altrettante stanze;
  • progetto Product Biennio: “Alter” di Matteo Brasili e Marika Monterisi, un materasso intelligente che si autoregola e assume le più varie conformazioni per adattarsi alle esigenze di comfort;
  • progetto Foto “Battito” di Aldo Mucciarone, una foto composta da circa 25 scatti, realizzati in una stanza buia e organizzati in sequenza seguendo una continuità che ricorda l’elettrocardiogramma;
  • progetto Disegno: “Naufragi” di Lorenzo Menegazzo, si compone di due grandi disegni realizzati a mano libera con tecnica mista, su cotone riciclato che raccontano il mare come specchio della profondità umana;
  • progetto Tecnica, materiali e innovazione: “EVS Rilevatore di distanza con impulso vibratorio” di Andrea Barbatano, Elena Cusani, Marina Fabiani e Lucrezia Bellandi che con l’utilizzo di Arduino presentano un sistema per rendere più semplice e dinamica la scherma per le persone non vedenti; ad ex aequo “Circuiti liquidi” di Ilaria Pirro e Francesco Rogante, una lampada che prevede come interruttore un liquido sfruttando la sua conducibilità elettrica.
  • tesi Interior Triennio: “Woodopia” di Giulia Botticchio, attraverso le diverse stanze racconta l’utopico percorso verso una comunità differente, libera da barriere sociali e paura del diverso;
  • tesi Product Triennio: “SEI UNO – 61 elementi per il tuo essere unico” di Alice Andrea Cappelli è una collezione di quattro oggetti scomponibili e personalizzabili stampati in 3D che aiutano i bambini affetti da autismo o con disabilità manuali a migliorare la manualità fine;
  • tesi Interior Biennio: “A otto mani – The next generation of designers” di Cristina Coffano, Antonia Latorre, Costanza Russo e Giulia Rinaldi raccontano una riflessione sull’insegnamento del design nelle scuole del mondo; ad ex aequo “Boudoir: an erotic club for women” di Carla Di Benedetto un progetto che riflette sulla società contemporanea proponendo uno spazio in cui offrire una migliore educazione sessuale, promuovere l’auto-accettazione e superare i tabù.

I progetti finalisti al NABA Design Award, nati dalla creatività e dall’esperienza formativa dei migliori studenti dell’Accademia, sono stati infine raccolti in un catalogo curato da Claudio Larcher con progetto grafico di Atto, che colleziona i contributi della giuria, riflessioni libere e aperte sui molteplici aspetti del design contemporaneo e prospettive di futuri scenari.