HomeArteEmanuele Giannelli: la scultura dialoga con l’architettura

Emanuele Giannelli: la scultura dialoga con l’architettura

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Durante la settimana del Fuorisalone 2022 è comparsa una colossale scultura appoggiata a uno dei simboli della città di Milano: l’Arco della Pace.

Per l’occasione abbiamo incontrato l’artista Emanuele Giannelli che ci ha raccontato la sua opera, Mr. Arbitrium, e il suo rapporto con lo spazio urbano e con la contemporaneità.

Photo credit Daniele Magoni

Quali caratteristiche deve avere secondo lei un’opera artistica per integrarsi nell’ambiente urbano e come può un’opera ridefinire e interpretare uno spazio pubblico?

La cosa che preferisco del posizionare una struttura in una piazza, in una strada, nelle vicinanze di un monumento è la possibilità di ridare vita a un luogo esistente riqualificandolo proprio grazie all’opera.

L’opera ha infatti un impatto sui colori e sulle linee degli elementi architettonici che ha intorno e riesce ad attribuire loro un carattere innovativo.

Oggi, grazie alle nuove tecnologie e ai rendering, possiamo progettare il nostro intervento valutando in primo luogo se lo spazio è adeguato e l’opera presenta le giuste proporzioni rispetto ad esso.

Possiamo poi prevedere l’effetto della luce e definire quali elementi devono essere maggiormente illuminati, considerando innanzitutto le proporzioni, poiché nello spazio urbano tutto diventa piccolo.

Valutare bene se un edificio è adeguato a sostenere l’opera e lavorare affinché l’illuminazione diventi parte integrante del progetto sono due aspetti fondamentali. Come accade quando una luce in una stanza buia illumina gli spazi e gli elementi, nello stesso modo l’utilizzo della luce può esaltare la struttura di un edificio e di un’installazione artistica creando un effetto teatrale particolarmente efficace.

Uno spazio pubblico urbano diventa quindi uno spazio condiviso con l’opera, che si integra con esso creando un forte impatto visivo e suscitando un’emozione sull’osservatore. A partire da questa visione, vorrei portare la scultura dentro i palazzi e i grattacieli, con i quali lasciarla dialogare.

credit www.emanuelegiannelli.it

Per quanto riguarda l’utilizzo del linguaggio contemporaneo, quali sono le sfide creative del futuro e come vengono interpretate nella sua ricerca artistica?

Secondo la mia visione il futuro è già il presente. La contemporaneità ci lancia verso l’automazione, la robotica, l’intelligenza artificiale, le neuroscienze. L’analisi di questi concetti fa parte della mia recente ricerca artistica: il futuro dell’uomo contemporaneo che è chiamato a fare delle scelte e decidere se conservare le tradizioni e la cultura del passato o seguire i cambiamenti del nostro tempo. Nelle mie opere interpreto l’uomo del futuro, connesso proprio alla tecnologia, alla robotica, al progresso, ma ne condivido le incertezze e le paure proprie delle contraddizioni del nostro tempo.

Photo credit Daniele Magoni

Consapevolezza e libero arbitrio sono temi ricorrenti in molte delle sue opere. Ci racconta qualcosa su Mr. Arbitrium?

È una figura pensata con la muscolatura in tensione, in quell’attimo di riflessione, intenta a sorreggere la struttura o a spingerla via in maniera decisa: giocare su tale ambivalenza è l’intento del mio lavoro, perché nel duplice significato di questa azione si cela il concetto che sta alla base della mia opera. In un momento storico di grandi cambiamenti, di ritmi sempre più accelerati, a mio avviso esiste realmente questo dilemma: spazzare via i simboli delle istituzioni, della nostra cultura e delle nostre tradizioni o difendere la nostra storia millenaria, i simboli della cultura occidentale?

Ognuno di noi sarà chiamato a decidere quale sentiero intraprendere: spingere o sostenere? Nel dubbio ognuno di noi introdurrà il proprio “io” agendo secondo le proprie capacità e la propria coscienza.

credit www.emanuelegiannelli.it

BIOGRAFIA

Emanuele Giannelli è uno scultore contemporaneo nato a Roma nel 1962. Poco prima dei vent’anni si trasferisce a Carrara, capitale del marmo, e nel 1984 si diploma in Scultura all’Accademia di Belle Arti con il massimo dei voti. È in quegli anni che si avvia il progressivo distacco dalle correnti classiche, parallelamente a un sempre più stimolante avvicinamento alla scultura contemporanea, complici la cultura industriale da cui viene sempre più assorbito – la musica industriale ed elettronica, i libri, gli amici, i dischi, i fumetti – il punk come movimento giovanile di protesta, il movimento studentesco e gli scontri politici di fine anni ’70, che vede e vive da vicino, i tanti viaggi d’ispirazione tra Berlino e New York e il periodo vissuto a Londra nell’85. L’artista cresce così, sperimentando nuovi materiali e nuove tecniche con impetuosa curiosità e coscienza, ma anche sperimentando il mondo, fino a trovare una sua narrazione, che quasi come un’ossessione ritorna in tutte le sue opere e che vediamo ancora oggi: la figura umana in preda al caos della contemporaneità e alla trasformazione. Infine approda a Pietrasanta, terra di grandi scultori. Nei suoi quarant’anni di ricerca ha realizzato moltissime mostre personali e collettive, sia in Italia che all’ estero. Artista di respiro internazionale, sapientemente provocatore, Giannelli costruisce le sue opere sull’equilibrio perfetto tra arte figurativa e arte concettuale. Racchiude dentro di sé la classicità della capitale e la geniale provocazione toscana, intesa da lui come una caratteristica positiva, in quanto capace di “provocare emozioni”.