HomeArchitetturaL’ex Villaggio Olimpico di Torino si converte in Student e Social Housing

L’ex Villaggio Olimpico di Torino si converte in Student e Social Housing

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Progettato nel 2006 dall’architetto tedesco Otto Steidle con il coordinamento di Benedetto Camerana per i Giochi Invernali di Torino sull’area degli ex Mercati Generali, il Villaggio Olimpico era stato da subito pensato come un quartiere destinato a essere assorbito nel tessuto cittadino. Sfortunatamente questo non è accaduto e dopo varie vicissitudini parte del complesso è stato oggetto dell’occupazione abusiva più grande d’Europa.

© Fabio Oggero

Partendo da questa situazione di emergenza sociale, lo studio PICCO Architetti ha completato il restauro, risanamento conservativo e recupero funzionale di 7 delle 39 palazzine dell’ex Villaggio Olimpico cogliendo una straordinaria opportunità di rigenerazione urbana, con una dotazione di circa 400 posti letto.

Il progetto di PICCO Architetti ha previsto la realizzazione di un nuovo modello residenziale flessibile, partendo dall’impostazione originale di Steidle basata su una articolazione aperta a scacchiera, alternativa a quella, ad isolato chiuso, della tradizione urbana di Torino. A partire dalle preesistenti arcate degli ex Mercati Generali, disegnate da Umberto Cuzzi nel 1932, i 39 edifici erano disposti secondo un impianto dal fronte parzialmente chiuso verso la città e aperto verso la collina. L’assetto planimetrico dell’ex Villaggio Olimpico genera quindi uno spazio aperto tra gli edifici, organizzato su direttrici pedonali longitudinali che alternano aree verdi a spazi e percorsi pedonali trasversali di collegamento tra le palazzine.

© Fabio Oggero

Sei dei sette edifici del nuovo Student e Social Housing ideato da PICCO Architetti erano stati progettati da Otto Steidle. Cinque (B2, D0, D2, F0, F2) avevano caratteristiche analoghe sotto il profilo tipologico con pianta centrale e un sistema distributivo verticale organizzato da rampe in linea e sviluppo circolare del pianerottolo distributivo. La sesta palazzina (E4), quella più grande, collocata sul fronte strada e che costituisce il punto di accesso accoglienza dell’intero complesso, era strutturata invece con due scale, una a servire il corpo di 2 piani fuori terra ed una a servire il corpo di 7 piani fuori terra collegata anche al piano interrato. Il settimo edificio (E1) invece era stato progettato dall’architetto austriaco Adolf Krischanitz e presentava una scala centrale a rampe parallele.

© Fabio Oggero

Le prime sei palazzine sono state organizzate con alloggi, da monolocali a spazi da 4 posti letto, a tutti i piani. La settima palazzina è organizzata in 27 monolocali e 14 bilocali.

Gli interventi di recupero sono stati organizzati in due fasi precedute da una prima attività di sgombero degli oggetti e degli arredi lasciati all’interno dei locali. Nella prima delle due, gli edifici sono stati oggetto di attività di strip out, con la demolizione di tutti i tramezzi interni e la rimozione di tutti gli impianti meccanici ed elettrici. Nella seconda fase sono state realizzate tutte le opere edili ed impiantistiche e, in quattordici mesi di lavoro, sono stati consegnati gli edifici, completi in ogni parte.

© Fabio Oggero

L’esito è quello di un complesso confermato nell’identità formale e profondamente rinnovato nei contenuti: una residenza flessibile, organizzata in alloggi di diverse dimensioni, con punto di reception e controllo inserito al piano terra della palazzina su via Giordano Bruno. Qui sono stati localizzati gli uffici, la palestra, aree di soggiorno e un locale di somministrazione.

L’intervento ha previsto inoltre la sistemazione delle aree di pertinenza aperte delle palazzine ed il rifacimento dei percorsi comuni e delle parti a verde, con nuove piantumazioni arboree e arbustive.

© Fabio Oggero

PICCO Architetti ha poi voluto riportare alla luce i colori originali del complesso ideati, nel progetto originale, dall’artista tedesco Erich Wiesner. Le palazzine erano infatti declinate in linguaggi diversi, secondo un piano dei colori che ha conferito al quartiere una forte identità visiva e contribuito al suo netto distacco nei confronti del tessuto urbano circostante.

Il campus è gestito dal provider italiano di co-living e di housing per studenti universitari, Camplus.

© Fabio Oggero

La riqualificazione urbana e sociale delle palazzine dell’ex Villaggio mette così a disposizione dei futuri residenti un’offerta abitativa moderna ed accessibile, ricca di servizi alla persona, in una città universitaria come Torino. Il progetto è poi candidato a essere il volano della grande trasformazione di un’area urbana che dovrebbe vedere nei prossimi anni il sorgere del Parco della Salute, della Ricerca e dell’Innovazione e il ripristino delle arcate dell’ex mercato.