HomeArchitetturaArchitettura per il Pianeta: Francesco Conserva racconta l’universo green di Open Project

Architettura per il Pianeta: Francesco Conserva racconta l’universo green di Open Project

-

 

Fondato a Bologna nel 1984, lo studio di architettura e ingegneria Open Project, oggi guidato da Francesco Conserva e Maurizio Piolanti, conta oltre 50 professionisti che vanno a comporre un team multidisciplinare operativo su progetti che appartengono alle tipologie più varie, dalle strutture residenziali agli studentati, dagli alberghi ai poli culturali, fino agli uffici e agli edifici commerciali. Con un leitmotiv fondamentale: l’attenzione alla sostenibilità. L’innovazione contemporanea del progetto secondo Open Project passa proprio da qui: dalla capacità di immaginare una nuova edilizia a basso impatto pensata per inserirsi in contesti urbanistici rigenerati. Ne abbiamo parlato con Francesco Conserva, architetto, ingegnere e Vice Presidente di Open Project, a partire da uno degli interventi più recenti dello studio realizzato a San Lazzaro di Savena.

Com’è nata l’idea di “Respiro” a San Lazzaro di Savena? A quali principi è ispirata?

Il concept prende il via da una riflessione su una cosa tanto semplice quanto fondamentale: il respiro. Vogliamo far respirare la città e la terra sia da un punto di vista concreto, aprendola all’esterno, sia metaforicamente, creando nuove possibilità di connessioni e incontri. L’idea prevede di lavorare sugli spazi e sulle relazioni di piazza Bracci e di via San Lazzaro, non solo tridimensionalmente ma anche inserendo il fattore tempo. In questo particolare momento storico spazio e tempo hanno un valore cruciale nel quotidiano di ognuno di noi, dal momento che abbiamo imparato a lavorare in smart working e abbiamo bisogno sempre di più di spazi esterni ibridi.  C’è la necessità crescente di dehors di fronte ai bar o alle attività commerciali dove poter lavorare, fare sport o riconnettersi con la natura. Così nel concept “Respiro” la parte centrale della piazza conserva la sua funzione di spazio polivalente e multifunzionale capace di adattarsi a usi diversi, alle esigenze presenti e a quelle ancora non note del futuro, mentre la parte di via San Lazzaro tra via Roma e via Emilia viene connessa al sistema piazza, diventandone parte integrante e ponendosi come luogo di scambio e incontro. Vogliamo che sia un luogo in cui si può lavorare, socializzare, fare sport e vivere appieno il centro storico, prendendosi del tempo per stare insieme agli altri, per farsi circondare dalla natura, per respirare.

Progetto Respiro – San Lazzaro di Savena, Bologna. © Open Project

Open Project è da sempre impegnato sul tema della sostenibilità. Che ruolo hanno gli architetti nella lotta al cambiamento climatico?

Oggi la sostenibilità non è una scelta ma una condizione indispensabile con la quale si deve fare i conti. Per noi, che da sempre proponiamo e realizziamo progetti sostenibili e certificabili, è stata fin dall’inizio una priorità, un modus operandi e un obiettivo che perseguiamo con convinzione. La Torre Unipol a Bologna, uno tra i primi edifici alti a essere certificati LEED Gold in Italia, rappresenta uno dei modi concreti di misurare il comportamento sostenibile di un progetto. Oggi però è necessario affrontare nuove sfide, con passione e con la volontà di trovare nuove soluzioni, di condurre una ricerca approfondita; a noi architetti spetta il compito di fare da pionieri nel mondo dell’edilizia. Temi importanti come l’impronta di carbonio, l’uso dell’energia rinnovabile, la mobilità dolce e l’accessibilità inclusiva si intrecciano con l’analisi, lo studio e le proposte sociali, che devono fare di ogni nuovo progetto una proposta concreta e un esempio virtuoso. Non parliamo di fantascienza, ma di piccole proposte concrete per essere sostenibili e resilienti.

MoLo – COMMITTENTE: LendLease Italy SGR S.p.A. – TEAM DI PROGETTO: Open Project S.r.l. (capogruppo, executive architecture, ingegneria, coordinamento, LEED e DfMa), Architetto Andrea Nonni (responsabile del coordinamento generale delle discipline, project leader e project manager), MAD Architects (progettista architettonico), Progeca S.r.l. (progettista strutture e impianti, acustica) – RENDER: MAD Architects

Sul piano edilizio e urbanistico, su quali aspetti progettuali è bene puntare per consentire alle comunità umane di fronteggiare al meglio eventi imprevedibili e sempre più estremi?

Credo che su scala urbanistica ci si debba concentrare sui temi di rigenerazione urbana. È un tema che deve essere affrontato con sforzi congiunti da parte di pubblico e privato, per fare in modo che realizzino processi di rigenerazione in sinergia, anche se ognuno con propri ruoli e responsabilità. Così si riqualifica sia il luogo che l’opera. C’è la necessità di pensare a nuovi spazi che facciano anche da esempio e possano incentivare comportamenti sostenibili e virtuosi. Su scala edilizia è importante considerare la nuova architettura quale organismo vivo, come tale deve adattarsi alle nuove condizioni ed essere in grado di sopportare situazioni future, a oggi ancora non note. Questo significa che realtà come Open Project, che sviluppano progetti, lo devono fare in maniera sempre più multidisciplinare con competenze specifiche. Queste competenze saranno necessarie ma ancora più importante sarà la capacità di sintesi e di visione strategica che l’architetto deve avere ben chiara quando propone un nuovo progetto, deve avere una visione laterale e continua su obiettivi strategici che vengono poi raggiunti con competenze tecniche e ricerche pluridisciplinari. Sarà, infatti, necessario lavorare gomito a gomito con esperti di clima, sociologi, economisti, artisti per affrontare tutte le sfide.

Studentato Serlio – COMMITTENTE privato – PROGETTISTA Open Project S.r.l. – TP Bennet – RENDER Open Project S.r.l.- TP Bennet

 

In Italia a che punto siamo? Quali sono gli interventi più urgenti?

In questo momento vedo in Italia tanti slogan, tanti architetti che approcciano il lavoro in maniera tradizionale, tanti che considerano la sostenibilità una moda del momento e la interpretano con il greenwashing. Credo che sia urgente in questo momento far comprendere l’importanza di questo tema attraverso proposte e progetti che possano creare maggiore identificazione, proposte semplici, replicabili. Bisogna pensare a distretti che producano energia rinnovabile e considerare le città, vero motore dei processi di rigenerazione, composte da diverse entità, ognuna delle quali deve essere presa in considerazione. Gli obiettivi elevati devono essere declinati e scomposti in obiettivi più piccoli e mirati a seconda della specificità dell’intervento e dell’edificio. Sarebbe auspicabile catalogare il patrimonio edilizio esistente e individuare strategie di intervento mirate e specifiche che possano rispettare la bellezza e la storia delle nostre città. Per esempio, si potrebbero creare dei distretti che producano energia rinnovabile anche per quelle architetture che per via della loro posizione e valore non possono ospitare pannelli fotovoltaici.

Hotel Porta Mascarella – COMMITTENTE Value One – PROGETTISTA Open Project S.r.l. – PROJECT MANAGER Drees & Sommer – RENDER Engram S.r.l.

Quali saranno i prossimi progetti green firmati Open Project?

Al momento stiamo lavorando a uno degli sviluppi più strategici e importanti a livello nazionale in termini di sostenibilità, si tratta del progetto del MoLO in MIND nell’area ex Expo di Milano.

Continuiamo a credere nel valore aggiunto delle certificazioni ambientali sui nostri progetti, ad esempio sul LEED Gold per uno studentato con oltre 500 alloggi a Bologna, in via di completamento, e su un progetto di un nuovo concept ricettivo, anch’esso LEED, di cui a breve inizieranno i lavori di costruzione. Stiamo progettando secondo il protocollo WELL uffici sia su nuove costruzioni che sulla riqualificazione di edifici storici, a Bologna e a Milano, consci dell’importanza dell’impatto delle scelte progettuali sul benessere psico-fisico degli occupanti, in sintonia con i principi della biofilia.

Stiamo proponendo l’applicazione di certificazioni di edifici zero carbon, che puntino a dimostrare come si può fornire un contributo sostanziale agli obiettivi strategici di decarbonizzazione quali la Missione UE di 100 città neutrali climaticamente entro il 2030 (EU Cities Mission).

Infine, grazie all’attività di ricerca e approfondimento di Open Project Sustainability Hub, siamo ora in grado di offrire un approccio di progettazione integrata che minimizzi le emissioni climalteranti lungo l’intero ciclo di vita degli edifici e che rispetti i principi DNSH, parte integrante del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e cardine della Tassonomia UE per assicurare la sostenibilità degli investimenti finanziari.